L’UTILIZZO DEI SISTEMI DI PROCTORING PER GLI ESAMI A DISTANZA. FUNZIONAMENTO, PROBLEMATICHE E RISVOLTI PSICOLOGICI NEGLI STUDENTI.

Introduzione

È ormai da un anno che il mondo intero è alle prese con l’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus Covid-19, tanto da essere, in poco tempo, definita pandemia. Fin dallo scoppio dell’epidemia tutti i posti di lavoro che potevano creare una rapida diffusione del virus sono stati chiamati a sospendere la normale azione lavorativa in modo da proteggere le persone e, dove possibile, si è passati allo smart working. Anche le istituzioni scolastiche sono state chiamate a proseguire il proprio compito educativo e didattico usando in modo più significativo quei mezzi digitali come computer e LIM che da qualche anno si erano introdotti nella scuola per presentare il programma delle singole discipline. Questi mezzi, prima opzionali, ora sono diventati urgenti e necessari, visto che tutte le scuole di ogni ordine e grado sono state chiamate a rivoluzionare il loro metodo e percorso didattico, trasformando la tradizionale modalità di insegnamento in didattica a distanza, la famosa DAD.

Grazie allo sviluppo della tecnologia gli studenti di ogni ordine e grado hanno potuto continuare a portare avanti il loro percorso di studi, nonostante le restrizioni che li hanno costretti a restare a casa. I docenti hanno quindi potuto continuare a fare lezione in diretta con i loro studenti attraverso piattaforme digitali di comunicazione, come Google Meet, Microsoft Teams, Zoom o Webex. Hanno potuto registrare video lezioni e condividere il materiale online attraverso i Learning Management System (LMS). Se da una parte l’uso della tecnologia, per molto tempo demonizzata, è diventata in questa urgenza l’ancora di salvezza per portare a termine un percorso scolastico avviato, dall’altro presenta dei limiti sotto diversi punti di vista.

Il primo e grande problema che emerge nella DAD è: come far svolgere le prove scritte a distanza mantenendo l’integrità della prova e della sua funzione?

I percorsi scolastici attivati nei diversi ordini di scuola, così come i percorsi universitari, richiedono che gli studenti, durante il periodo di formazione, svolgano prove scritte o esami (se si parla di università) per verificare l’acquisizione effettiva degli obiettivi previsti e in questo sono chiamati a seguire principi etici basati sull’onestà e a comportarsi in modo responsabile, onesto e rispettoso delle regole. Non sono quindi accettate, nel modo più assoluto, condotte fraudolente, come il plagio, il furto d’identità o l’imbroglio nelle verifiche delle conoscenze, azioni che vengono anche punite severamente dagli istituti.

Nella didattica tradizionale gli elaborati scritti svolti in presenza avvengono in luoghi controllati, con il docente che ne supervisiona la corretta esecuzione. Questo controllo non può però attivarsi nella situazione in cui gli studenti devono svolgere le prove online direttamente dalla loro stanza. Per ovviare a questo problema, soprattutto nelle università, le istituzioni si sono adoperate per trovare un sistema adeguato che fosse in grado di far svolgere le prove agli studenti nelle modalità più corrette per garantire l’integrità delle stesse. 

In alcuni casi si è adottato un metodo di controllo via webcam in tempo reale. In questa realtà, gli studenti, mentre svolgono la prova al pc, devono essere collegati a piattaforme come Webex, Zoom o simili, con la webcam attiva, in modo che il docente possa controllare che tutti stiano completando la prova senza barare. Questo metodo però si può attuare nei casi in cui gli studenti che devono svolgere la prova sono di un numero esiguo, ecco perché tale modalità è stata sposata principalmente dalle identità di scuola secondaria di primo e secondo grado.

Nel caso delle università, questo sistema spesso non è efficace, dato che, solitamente, il numero degli studenti sottoposti agli esami sono in numero più rilevante e questo comporta la difficoltà di controllo da parte di un solo docente, il quale non riuscirebbe a gestire tutte le persone nella riunione virtuale.  Inoltre, con questa soluzione, gli studenti potrebbero comunque usare il computer per accedere ad applicazioni e a motori di ricerca per cercare informazioni.  Molte università hanno quindi trovato come soluzione l’utilizzo di sistemi di proctoring per lo svolgimento degli esami online, sistemi in grado di monitorare e controllare il comportamento degli studenti attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, rendendo la supervisione più efficace, accurata e in grado di rilevare gli imbrogli.

In questo articolo vedremo quindi di approfondire il tema del “proctoring”, analizzando il funzionamento dei sistemi utilizzati, evidenziando eventuali problematiche e cercando di capire il risvolto psicologico negli studenti quando devono utilizzare queste piattaforme. 

Cosa sono i sistemi di proctoring?

Come già accennato, i sistemi di proctoring sono dei software di supervisione online che utilizzano componenti di intelligenza artificiale e machine learning che analizzano le registrazioni degli esami per individuare eventuali azioni sospette degli esaminati. Questi strumenti erano già presenti negli scenari esteri: in America, dove la didattica online è stata già da tempo adottata da numerosi college, il loro utilizzo è molto diffuso e sono state fatte numerose ricerche per testare l’affidabilità e il risvolto psicologico negli studenti. I software più utilizzati dalle istituzioni universitarie in Italia sono Proctorio e Respondus.

Funzionamento

Gli studenti devono installare sul pc il software di monitoraggio indicato dalla loro università e avviarlo nel momento in cui si deve svolgere l’esame online, accessibile dalla piattaforma di learning management system. All’avvio del programma è necessario dare il consenso per il controllo del microfono e della webcam del proprio computer.

Prima di accedere all’esame vero e proprio, questi sistemi prevedono una fase di autentificazione del candidato, che generalmente viene effettuata facendo richiesta allo studente di mostrare un documento di identità e di scattare una foto del proprio volto per il riconoscimento facciale e di registrare la propria voce per il riconoscimento vocale. Spesso inoltre si richiede di mostrare l’ambiente circostante facendo ruotare il dispositivo di 360° per verificare che nella stanza non ci siano materiali non autorizzati o altre persone.

All’avvio della prova i sistemi, per avere un controllo dell’ambiente fisico, registrano tutta la durata della sessione d’esame tramite la webcam e il microfono, mentre, per controllare l’ambiente digitale, bloccano i programmi in uso sul pc, in modo da non permettere allo studente di accedere a pagine web o ad altre applicazioni, e registrano l’attività del mouse/touchpad, della tastiera e dello schermo.

Ma come fa il sistema a controllare il comportamento dello studente? Il sistema utilizza varie tecnologie, come quella di riconoscimento facciale e di eye tracking, che analizzano i movimenti del viso e la direzione dello sguardo, mentre dei sistemi di intelligenza artificiale e machine learning analizzano il comportamento generale dello studente.

Alla fine della prova il sistema restituisce un report sul comportamento dello studente. Se non ci sono state azioni “dubbie”, lo studente riceverà un “semaforo verde” e il docente potrà passare alla valutazione della prova vera e propria. Mentre nel caso in cui l’interpretazione data dal sistema evidenzi delle anomalie, lo studente riceverà un “semaforo rosso”. Questo vuol dire che il docente dovrà rivedere il punto della registrazione in cui è stato segnalato il problema per verificare se è stato davvero attuato un comportamento di frode durante l’esame.  È quindi da sottolineare il fatto che il controllo da parte del docente della prova svolta avviene solo a posteriori, dopo che l’esame è stato concluso.

Il principale punto di forza di questi strumenti è quello di garantire una certa integrità accademica, scoraggiando gli imbroglioni e cercando di far svolgere le prove nel modo più corretto, ricreando, per quanto possibile, una situazione di controllo simile a quella che si verifica in presenza.

I comportamenti scorretti identificabili

Basandosi sulle tecnologie di riconoscimento facciale, eye tracking e intelligenza artificiale, il sistema riesce a identificare una serie di comportamenti ritenuti scorretti per il corretto svolgimento dell’esame. Attraverso il monitoraggio via webcam il sistema riesce a individuare se lo studente si alza in piedi, si allontana dalla postazione, si scambia con altre persone, si guarda intorno per cercare di copiare, prende in mano libri, appunti o smartphone. Mentre, attraverso il microfono, il sistema rileva l’audio ambientale per capire se ci sono suggeritori nella stanza, se lo studente parla con altre persone o attraverso altri dispositivi.

Il sistema di proctoring però non è molto accurato: molto frequentemente vengono segnalati i cosiddetti “falsi positivi”, delle situazioni che possono sembrare sospette, ma che in realtà non lo sono. Ad esempio, attraverso le funzioni di riconoscimento facciale, durante lo svolgimento della prova il sistema segnala tutte quelle situazioni in cui il volto non è ben centrato nel video, è visibile solo parzialmente, è coperto dalle mani o è poco illuminato.

Per evitare problemi di questo tipo spesso i sistemi di proctoring forniscono delle linee guida per gli studenti.

Per quanto riguarda l’illuminazione si consiglia di evitare di posizionarsi in controluce, in ambienti poco illuminati o bui, e di non indossare cappelli o berretti.

Mentre per far si che l’inquadratura rimanga centrata e corretta per tutta la durata della prova si raccomanda di svolgere l’esame appoggiando il pc su una scrivania, o comunque su una superficie stabile e piana, di non sostenere l’esame dal divano, dal letto o tenendo il computer sulle ginocchia e, una volta effettuato il riconoscimento, si invita lo studente a non spostare il computer e a non alzare o abbassare lo schermo.

Come ultima indicazione si raccomanda di scegliere un ambiente silenzioso, senza che ci siano altre persone che possano distrarre lo studente, portandolo a distogliere lo sguardo dallo schermo.

C’è da sottolineare il fatto che questi sistemi sono stati pensati per il contesto americano, dove, le verifiche delle conoscenze sono per la maggior parte effettuate tramite test a domande chiuse, in cui lo sguardo dello studente è più propenso a rimanere fisso sullo schermo. Nel contesto italiano le università ricorrono molto spesso ad altre tipologie di prove, che includono risposte aperte, in cui lo studente deve essere libero di pensare e prendersi del tempo per riflettere e rispondere nella maniera più completa ed esaustiva. Gli studenti intenti a rispondere nel modo più corretto, sono spesso portati a guardarsi intorno, a toccarsi il viso con le mani o ad abbassare la testa per guardare la tastiera. Tutti questi movimenti che sono di per sé innocui, saranno evidenziati nel report come delle anomalie, che il docente è spesso portato a ignorare a causa del gran numero.

Il sistema di monitoraggio via webcam non riesce poi a sorvegliare due zone definite “grigie” che corrispondono alla superficie della scrivania dello studente e alla parte posteriore allo schermo del computer. Molti studenti possono quindi approfittare di questi punti ciechi per usare smartphone o calcolatrici scientifiche avanzate, appendere foglietti o schemi riassuntivi da sbirciare in caso di necessità, attuando quindi degli illeciti. Alcune istituzioni per superare questo ostacolo propongono di utilizzare due videocamere: una è quella del sistema di proctoring, che inquadra lo studente frontalmente mentre l’altra è quella di un secondo dispositivo, posto di lato allo studente in modo da riprenderlo di profilo. Questa soluzione è però abbastanza complessa, perché, oltre a richiedere di essere in possesso di due device adeguati, rischia di compromettere la stabilità della connessione internet.

Le principali problematiche dei sistemi di monitoraggio per gli esami online.

L’utilizzo dei sistemi di proctoring ha sollevato numerose questioni problematiche che riguardano gli aspetti dell’accessibilità e del trattamento dei dati personali. Questi fattori sono molto importanti da tenere in considerazione nel campo dell’istruzione, che deve dare a tutti gli studenti la possibilità di utilizzare gli strumenti della didattica, in modo da garantire il diritto allo studio, e gli studenti devono essere sicuri che i dati ottenuti attraverso le tecnologie adottate per la didattica a distanza non vengano trattati in modi illeciti e che venga garantito il rispetto della privacy.  

Accessibilità

I sistemi di proctoring richiedono che il computer utilizzato dallo studente sia dotato di un microfono, un’uscita audio, una webcam funzionante e di alcuni requisiti minimi di base: il software Respondus necessita, ad esempio, di un sistema operativo Windows in versione 7, 8, 10, oppure MacOs da 10.12 a 10.15, OS X 10.11 e OSX 10.10, non è invece supportato dai dispositivi Linux. Con Respondus è possibile utilizzare anche un iPad per eseguire l’esame ma in questo caso è necessario avere un sistema iOS in versione 11.0+ e avere un’integrazione LMS (Learning Management System) compatibile. Al contrario il software Proctorio può essere utilizzato anche con i dispositivi Linux, ma non con iPad.

Molti studenti possono quindi aver problemi di accessibilità a causa della mancanza di un dispositivo appropriato: è bene considerare che in Italia, come riportano i dati Istat 2018/2019, il 33,8 % delle famiglie non ha un computer o un tablet in casa, ciò vuol dire che migliaia di studenti potrebbero non avere i mezzi necessari per affrontare la didattica online.

Per lo svolgimento dell’esame online è richiesta anche una buona connessione internet: se durante la prova questa viene persa, lo studente rischia l’annullamento dell’esame ed è quindi costretto a ripresentarsi all’appello successivo. Questo aspetto comporta disagio in moltissime situazioni. Ad esempio, nei periodi di chiusura dovuti alla situazione pandemica, molti studenti possono essere costretti a dover condividere la connessione internet con gli altri membri della famiglia, che sono anche loro collegati in smartworking o in DAD. Di conseguenza il sovraccarico della linea può rallentare la velocità di connessione, rischiando così di compromettere lo svolgimento dell’esame. Inoltre, non è da sottovalutare il fatto che in Italia, molte zone sono ancora servite dall’ADSL, una tecnologia di trasmissione dei dati asimmetrica, caratterizzata da un’alta velocità in download e bassa in upload. Il ridotto caricamento del traffico in molti casi non consente di mantenere una connessione stabile ed efficace per tutta la durata della sessione d’esame.

Il soddisfacimento di questi requisiti di base può quindi rischiare di escludere parte della popolazione universitaria svantaggiando così moltissimi studenti.

Per cercare di aiutare e sostenere gli studenti che sono in carenza di una connessione internet stabile o di dispositivi adeguati alla didattica a distanza sono state portate avanti alcune iniziative di solidarietà digitale. Supporto essenziale è sicuramente stato fornito dal governo con lo stanziamento di un bonus in aiuto a tutte quelle famiglie che, per questioni economiche e/o per la presenza in casa di più figli in età scolare, non riuscivano a soddisfare le urgenze che si affacciavano nell’attuale periodo pandemico; permettendo così a tutti gli studenti di portare avanti il proprio lavoro con la DAD. Vi abbiamo già parlato nei nostri articoli del piano stanziato dall’Università degli studi di Milano-Bicocca “TIM4STUDENT” e del bonus sancito dall’Inps. E’ importante comunque sottolineare come, nonostante le iniziative descritte ed attivate siano risultate di grande aiuto per moltissimi studenti, le tempistiche non sono state efficienti per affrontare il primo periodo di DAD, soprattutto nella parte iniziale quando la nuova situazione causata dagli eventi creava disorientamento per gli studenti e lentezza nelle azioni delle istituzioni.

Per quanto riguarda il tema dell’accessibilità un altro punto molto spesso discusso riguarda l’imprecisione dei sistemi di riconoscimento e machine learning. In molti casi si è infatti osservato come il riconoscimento facciale presenti dei pregiudizi, o meglio dei “bias” che non permettono il rilevamento di tratti somatici delle minorante etniche. Questo avviene perché gli algoritmi del machine learning vengono sviluppati a partire da una grande quantità di dati che molto spesso non sono totalmente rappresentativi di tutte le caratteristiche umane. La mancanza di dati di questo tipo, che sono frutto principalmente di un errore umano, porta i sistemi di intelligenza artificiale ad essere imprecisi. Anche in questo, la poca efficienza delle tecnologie di riconoscimento facciale può causare la comparsa di falsi positivi durante lo svolgimento dell’esame. La stessa cosa può inoltre verificarsi nei casi in cui l’esaminando abbia problemi di natura neurologica, che lo porta ad avere dei movimenti che possono essere segnalati come sospetti.  

Privacy

I sistemi di monitoraggio per gli esami online sembrano avere un grosso problema, quello della privacy e del trattamento dei dati.

Il corpo studentesco dell’università di Torino ha acceso un grosso dibattito su questo tema, manifestandosi contrario all’adozione di questi software che, oltre a salvare le registrazioni degli studenti per tutta la sessione d’esame, acquisiscono un gran numero di dati e metadati.

L’informativa sulla privacy di Respondus, uno dei sistemi più utilizzati in Italia insieme a Proctorio, specifica come vengono raccolte e elaborate le informazioni personali. Durante la sessione d’esame vengono acquisiti una serie di dati derivati dalla registrazione attraverso la webcam dello studente. Questo è necessario affinché le tecnologie di rilevamento e riconoscimento facciale riescano ad analizzare la posizione del viso dello studente rispetto alla webcam e a determinare se lo studente è rimasto all’interno del fotogramma, se sono comparse più persone e se la persona presente nel fotogramma è la stessa che ha iniziato l’esame. Ma il software, oltre a registrare il volto dello studente e il suo ambiente circostante, elabora anche altri dati come:

  • la data e l’ora in cui lo studente avvia la prova,
  • l’ora in cui viene data la risposta a ogni domanda d’esame, il tempo impiegato per scriverla, se e quando questa viene modificata.
  • la qualità della connessione Internet dell’utente durante la sessione d’esame (inclusi l’ora e la durata di eventuali disconnessioni Internet); 
  • l’attività del mouse, della tastiera e dello schermo; 
  • la qualità della registrazione video (in termini di illuminazione, contrasto, movimento) e audio.

I dati in questione vengono trattati rispettando il regolamento europeo sulla protezione dei dati GDPR, come viene dichiarato da Respondus all’interno della propria informativa sulla privacy, ma c’è da sottolineare il fatto che i dati raccolti vengono trasferiti nei server di Respondus, ubicati negli Stati Uniti, e conservati per 5 anni, almeno che l’istituto di licenza richieda un periodo di conservazione minore. In riferimento al trasferimento dei dati transatlantico, la società di Respondus cita la propria adesione al Privacy Shield, un accordo che regola appunto gli scambi transatlantici di dati personali a scopo commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti, che è stato però invalidato nel luglio 2020 tramite la sentenza Schems II. Questo richiamo a un accordo ormai non più valido può lasciare perplessi gli utenti che usufruiscono del servizio in questione.

Anche il software Proctorio afferma di essere conforme alle direttive stabilite dal GDPR, dichiarando il proprio impegno nel garantire protezione e sicurezza nel trattamento dei dati personali. Nonostante l’informativa sulla privacy di Proctorio trasmetta particolare trasparenza e chiarezza sul come vengono trattati i dati, non viene ben specificato dove questi vengono archiviati e conservati. La società a questo proposito si limita a dichiarare che, nei casi in cui i dati vengano trasferiti fuori dall’Unione Europea, si impegna a controllare che il trattamento sia adeguato e conforme nel rispetto dei diritti degli interessati.

Il tema del trattamento dei dati è sempre molto dibattuto e al centro di numerose proteste in quanto, dal punto di vista tecnico e legale, non ci può essere nessuna garanzia assoluta contro attacchi informatici o eventuali fughe di dati come è successo ad esempio alla società ProctorU. Il 27 luglio 2020 la società ha dichiarato di aver subito un attacco informatico per cui sono stati acquisiti in modo non autorizzato e pubblicati i dati inseriti dagli studenti in fase di registrazione. Le informazioni violate riguardavano: nome, cognome, indirizzo, paese, telefono ed e-mail. L’indagine che è stata portata avanti a seguito dell’incidente non ha rilevato ulteriori accessi non autorizzati.

La privacy può essere analizzata anche dal punto di vista morale: molti studenti descrivono i software di monitoraggio come sistemi invasivi e intrusivi, a tal punto che si è usata spesso l’espressione del “Big Brother” in riferimento a software di e-proctoring. Molti studenti sono preoccupati perché durante lo svolgimento si sentono particolarmente osservati, attraverso la videoregistrazione tramite webcam, e in alcuni casi sentono che venga violato il proprio ambiente domestico. Coloro autorizzati nella revisione delle registrazioni possono infatti osservare il luogo in cui lo studente svolge l’esame, che molto spesso è la propria camera da letto, un ambiente che per alcuni è particolarmente intimo. In altri casi la preoccupazione riguarda la possibilità che le registrazioni vengano utilizzate in maniera inappropriata o che vengano acquisite in modo involontario informazioni personali: è stato riportato ad esempio in caso in cui sono stati visualizzati accidentalmente i dettagli di una carta di credito sullo schermo del computer (Coghlan, Miller, Paterson, 2020).

L’influenza dei sistemi di proctoring sul vissuto emotivo e sulle prestazioni degli studenti.

Abbiamo illustrato le principali problematiche che si riscontrano dell’uso dei sistemi di proctoring nello svolgimento degli esami online. In quest’ultima parte dell’approfondimento vedremo di capire come queste problematiche assumono un ruolo centrale e concreto nell’esperienza degli studenti che devono svolgere gli esami online. A questo scopo viene presentato uno studio che si è sviluppato con l’obiettivo di capire come questa modalità di verifica si rifletta nel vissuto e nel rendimento dei ragazzi.

Lo studio negli Emirati Arabi Uniti

Khabat e Abu Daabes (2021) hanno condotto una ricerca per esplorare gli atteggiamenti e le preoccupazioni degli studenti che devono affrontare gli esami online tramite strumenti di e-proctoring.

La ricerca è stata sviluppata nel contesto degli Emirati Arabi Uniti, dove, da Marzo 2020, le scuole e le università sono passate all’apprendimento online, così come avvenuto in Italia. Sebbene il contesto culturale sia ben diverso da quello italiano, è possibile trarre delle conclusioni circa il ruolo degli strumenti di proctoring utilizzati nello svolgimento degli esami online.

Lo studio dei due autori ha coinvolto 350 studenti universitari e prevedeva l’utilizzo di tre strumenti di indagine: focus group, questionario e analisi quantitativa.

Il focus group.

La prima tecnica utilizzata in questa ricerca è il focus group, utile per identificare i fattori che influenzano lo svolgimento degli esami tramite e-proctoring e i comportamenti correlati. Dall’intervista semi-strutturata, svoltasi tramite la piattaforma Zoom, a cui hanno preso parte 20 studenti, sono emersi alcuni punti critici.

Il primo riguarda la preoccupazione da parte degli studenti per la questione della privacy. Molti ragazzi sono sfavorevoli all’utilizzo di questi sistemi proprio a causa della loro invasività nella vita quotidiana e privata. Inoltre, l’essere guardati dalla telecamera mette a disagio gli studenti, che sono per questo motivo, in uno stato di maggiore ansia e nervosismo. Altri studenti hanno dichiarato che per loro risultava difficile fare in modo che la propria famiglia non facesse troppi rumori in casa, mentre stavano svolgendo l’esame.

Un altro punto chiave riguarda il tema dell’integrità. Molti studenti hanno ammesso che nonostante rimanga difficile imbrogliare con questi strumenti, si può comunque ricorrere a qualche tecnica per copiare, ad esempio utilizzando lo smartphone, la calcolatrice scientifica avanzata oppure attraverso metodi più tradizionali.

Altri studenti hanno confermato che in alcuni casi è la preoccupazione per gli aspetti tecnici a influenzare in maniera negativa l’esperienza, sia a causa della difficoltà nel navigare tra le domande o nel richiedere supporto, sia a causa della debolezza del segnale Wi-Fi, che per alcuni ha intaccato le prestazioni.

Il questionario

Il questionario è stato costruito per indagare in maniera più approfondita e su un campione più numeroso di studenti le dimensioni emerse dal focus group, racchiudibili in 4 domande di ricerca:

  • RQ1: Gli studenti sono tecnologicamente ben preparati per gli esami online?
  • RQ2: Quali sono le preoccupazioni degli studenti durante l’utilizzo dello strumento di e-proctoring?
  • RQ4: Gli studenti ritengono che i sistemi di proctoring siano importanti per mantenere un’integrità accademica?
  • RQ5: Gli studenti sono complessivamente soddisfatti dell’esperienza di utilizzo dei sistemi di monitoraggio?

Il questionario è stato distribuito tramite e-mail a 350 studenti, due settimane dopo aver completato gli esami online, ma solo 106 hanno risposto al sondaggio.

Dal questionario è risultato che rispetto alla RQ1 la maggior parte degli studenti ha ritenuto di avere i mezzi necessari per lo svolgimento dell’esame online e una buona connessione internet, tuttavia una piccola minoranza ha riscontrato questi tipi di problemi.

Rispetto alla seconda domanda di ricerca le preoccupazioni degli studenti coinvolgono quattro dimensioni:

  • Ambientale: solo un terzo dei soggetti rispondenti ha dichiarato che il luogo in cui ha svolto l’esame era tranquillo e privo di distrazioni. La maggior parte degli studenti ha convenuto che era difficile gestire lo studio e il prendersi cura della famiglia e di se stessi.
  • Psicologica: oltre al fatto che le paure per il Covid si riflettono sulla vita universitaria dei ragazzi, gli studenti lamentano che l’esame svolto in questa modalità accresce l’ansia e lo stress.
  • Culturale: una minima percentuale di ragazzi ha affermato che il sistema di proctoring non è accettato dalla cultura e dalla propria famiglia. La metà degli studenti che ha preso parte al sondaggio ha dichiarato che svolgere l’esame con la webcam attiva va contro alle tradizioni e alle culture islamiche. Tuttavia questa dimensione non ha riscontrato differenze significative. 
  • Preoccupazioni relative alle privacy: l’86% degli studenti ha ritenuto che tenere la webcam accesa durante lo svolgimento dell’esame non è pratico e viola la privacy. La maggior parte degli studenti ritiene che questo metodo di controllo invadi la vita personale, mostrando una forte preoccupazione per i video e le immagini registrate. 

Per quanto riguarda il tema dell’integrità, la maggior parte degli studenti, circa il 90% considera i sistemi di proctoring adeguati a questo scopo e importanti per il mantenimento della credibilità della valutazione.

Complessivamente la soddisfazione degli studenti per l’utilizzo di questi strumenti era inferiore rispetto alle aspettative degli autori.

Analisi quantitativa

L’analisi quantitativa è stata utilizzata per valutare l’influenza degli esami online svolti tramite sistemi di proctoring sul rendimento scolastico degli studenti. Dai risultati è emerso che, al contrario di quanto trovato in precedenti studi, questi sistemi non vanno a intaccare le prestazioni degli studenti e non comportano un cambiamento negativo nel rendimento.

Conclusioni

Un primo aspetto che può essere analizzato è il dato relativo al numero di partecipanti al sondaggio proposto dai ricercatori, infatti al questionario inviato tramite e-mail meno del 50% degli studenti interessati ha dato il proprio contributo. Questo, anche se ha dato consentito di fare rilevamenti opportuni, pone inevitabilmente una riflessione legata alle motivazioni della mancata risposta della maggioranza. Può essere utile comprendere a cosa è dovuta tale astensione: è possibile che un numero così elevato di studenti abbia deciso di rifiutare l’indagine, oppure le mancate risposte possono essere dovute a dei ritardi nell’apertura del questionario o a causa di problemi tecnici di varia natura. Certamente una maggiore partecipazione al sondaggio avrebbe permesso un’analisi più completa e più rappresentativa.

Lo studio condotto da Khabat e Abu Daabes è molto importante perché può far nascere una riflessione su un altro aspetto della tecnologia che non deve essere mai trascurato, ovvero l’esperienza dell’utente nell’utilizzo del software.

In particolare, si è osservato che, nonostante l’uso dei sistemi di proctoring non comporti un calo del rendimento scolastico, influenza in modo negativo il vissuto emotivo dello studente, che è spesso caratterizzato da una forte preoccupazione. Questo perché i sistemi descritti risultano essere particolarmente invasivi della sfera personale sia attraverso l’acquisizione dei dati, sia attraverso la registrazione della prova e il monitoraggio ambientale e acustico tramite l’attivazione della webcam e del microfono. Inoltre, la paura che la connessione possa interrompersi causando l’annullamento della prova, così come la necessità di avere competenze tecniche e la difficoltà nel richiedere supporto aumentano in modo notevole lo stato di ansia e di stress dello studente, che è già in tensione per via della prova stessa.

È quindi possibile concludere che i sistemi di proctoring sono molto validi nel preservare l’integrità accademica, ma portano con sé problemi tecnici e etici, che possono ostacolare lo studente e l’esperienza soggettiva nello svolgimento dell’esame online.

Conclusioni generali e nuove proposte

In questo articolo si è cercato di analizzare in modo approfondito le caratteristiche tecniche dei sistemi di monitoraggio e i risvolti psicologici che questi inducono negli studenti.

Il punto di forza di questi sistemi risiede nell’utilizzo delle tecnologie di eyetracking, riconoscimento facciale, e di intelligenza artificiale che riescono a individuare comportamenti scorretti, garantendo la validità della prova e preservando l’integrità accademica. Tuttavia queste tecnologie non sono perfette, capita infatti molto spesso che i sistemi segnalino dei falsi positivi, azioni di per sé innocue o che non vengano invece riconosciute condotte fraudolente.

Per questi motivi lo strumento di e-proctoring non può del tutto sostituirsi all’esperienza di monitoraggio da parte del docente in aula d’esame.

Inoltre si è osservato come questi sistemi di proctoring portano con sé una serie di svantaggi in termini di accessibilità in quanto necessitano che lo studente sia in possesso di un’attrezzatura adeguata, con dei requisiti minimi e una buona connessione internet e in termini di privacy non è ben chiaro come i dati acquisiti vengano trattati dalle società che distribuiscono tali software.

Abbiamo inoltre visto come tutte le problematiche descritte si riflettono nell’esperienza di utilizzo del sistema, e come influenzino in modo negativo il vissuto dello studente, che è preoccupato non solo di essere segnalato, magari solo per aver girato lo sguardo ingenuamente, ma anche che un problema di connessione vanifichi tutto lo studio e la preparazione per lo svolgimento della prova.

Questi temi sono molto importanti e vanno presi in considerazione dagli istituti che devono scegliere una modalità di verifica a distanza che garantisca il diritto allo studio di tutti, anche di coloro che possono presentare delle problematiche specifiche.

Viene spontaneo chiedersi se allora esiste un’altra modalità di verifica online, che riesca a preservare un’integrità accademica, senza incorrere a tutte queste criticità.

Una valida alternativa potrebbe essere la modalità di verifica definita “open-book” che consente allo studente di rispondere a dei quesiti avendo tutto il materiale a disposizione. In questo caso è importante che le domande poste dal docente non richiedano definizioni, ma obblighino lo studente a riflettere sull’argomento, a sintetizzare il materiale e esporre in modo critico le nozioni apprese. In questo modo non si va a valutare se lo studente ha memorizzato i contenuti, ma se ha acquisito padronanza dell’argomento, capacità che a volte viene sottovalutata ma che è molto importante per uno studente universitario.

FONTI

I sistemi di Proctoring, definizione e funzionamento:

Problematiche dei sistemi di proctoring:

Lo studio negli Emirati Arabi Uniti

L’UTILIZZO DEI SISTEMI DI PROCTORING PER GLI ESAMI A DISTANZA. FUNZIONAMENTO, PROBLEMATICHE E RISVOLTI PSICOLOGICI NEGLI STUDENTI.
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